Piano nazionale di ripresa e resilienza, Draghi: «Obiettivi raggiunti»

Il premier ha aperto la cabina di regia sul Pnrr, a Palazzo Chigi. «Occasione unica per il rilancio dell’Italia. Certo che il prossimo governo continui l’attuazione con la stessa efficacia». La Relazione sullo stato di attuazione, che sarà trasmessa al Parlamento

Il premier uscente Mario Draghi lo ribadisce con forza: «Non ci sono ritardi nell’attuazione del Pnrr», il Piano nazionale di ripresa e resilienza, approvato e finanziato dalla Commissione europea. «Se ce ne fossero, la Commissione non verserebbe i soldi», ha affermato ieri, 5 ottobre, aprendo la cabina di regia sul Pnrr che si è svolta a Palazzo Chigi. Nelle parole del presidente del Consiglio, si tratta di «un’occasione unica per il rilancio dell’Italia, per il superamento delle diseguaglianze territoriali, di genere e generazionali che gravano sul Paese. La sua piena attuazione è fondamentale per la nostra credibilità, verso i cittadini e i partner internazionali. Dobbiamo mantenere gli impegni presi e, per farlo, c’è bisogno del sostegno di tutti». E ancora: «Il governo ha adottato tutte le misure necessarie a favorire una efficace attuazione del Piano. Spetta ovviamente al prossimo governo continuare il lavoro di attuazione, e sono certo che sarà svolto con la stessa forza ed efficacia», la precisazione.

Dal presidente del Consiglio anche il ringraziamento a «tutti coloro che hanno lavorato a questo documento». E a Comuni e Regioni, per il lavoro svolto quotidianamente accanto all’amministrazione centrale, grazie al quale «oggi possiamo dirci pienamente soddisfatti dei risultati raggiunti». Il Pnrr infatti, ha spiegato, «ha un modo molto semplice e trasparente per valutare a che punto è la sua realizzazione: il numero di obiettivi e traguardi raggiunti alla fine di ciascun semestre. Dal raggiungimento di questi obiettivi, e da nient’altro, dipende il disborso delle risorse europee», ha precisato Draghi, evidenziando che «nel primo semestre del 2022, l’Italia ha raggiunto ancora una volta tutti gli obiettivi del Pnrr, come ha accertato la Commissione europea la scorsa settimana». Potrà quindi ricevere «altri 21 miliardi di euro, dopo i 45,9 miliardi ricevuti negli scorsi mesi». E anche nel secondo semestre, «l’attuazione procede più velocemente dei nostri cronoprogrammi originari. Le elezioni e l’imminente cambio di governo hanno richiesto uno sforzo supplementare, per fare in modo che il nuovo esecutivo – qualunque esso sia – possa ripartire da una posizione il più avanzata possibile. Ad oggi, sono già stati conseguiti 21 dei 55 obiettivi e traguardi previsti per la fine dell’anno, e ci aspettiamo di raggiungerne 29 entro la fine del mese».

Sullo stato di attuazione del Piano nel corso dell’incontro è stata illustrata la Relazione che sarà ora trasmessa al Parlamento. È «essenziale», ha rimarcato il premier, dimostrare «che le risorse siano spese correttamente e che le riforme e gli investimenti siano portati a termine come previsto». Quindi, guardando ai prossimi mesi, ha individuato la sfida da vincere nel piano REPowerEu, «destinato ad assicurare l’autonomia energetica dalla Russia con l’inserimento di un nuovo capitolo nei Pnrr nazionali». E se «spetta ovviamente al prossimo governo continuare il lavoro di attuazione», ha ribadito Draghi, anche «l’attività tecnica delle vostre amministrazioni può e deve proseguire con la stessa solerzia», ha aggiunto rivolto agli enti locali.

A dare voce agli amministratori comunali, il presidente Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) Antonio Decaro. «Grazie per quello che avete fatto, per l’impegno, per l’efficacia dell’azione portata avanti e per lo spirito di collaborazione e la capacità di ascolto che avete sempre prestato nei confronti delle esigenze e delle proposte dei Comuni italiani – ha detto rivolto al premier, ai ministri e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli -. Come sindaci possiamo solo auspicare che il prossimo governo sappia mantenere lo stesso standard di collaborazione che abbiamo potuto sperimentare in questi mesi».

Nell’analisi di Decaro, il bilancio del lavoro svolto è fatto attraverso i numeri: «Dei 40 miliardi di euro destinati dal Pnrr a investimenti dei Comuni, 37 sono già assegnati alle nostre amministrazioni – ha riferito -. Questo significa che abbiamo lavorato bene insieme, e che alcune procedure sono state semplificate come noi dell’Anci avevamo chiesto fin dal primo giorno. Altrettanto importante per noi è poter contare sul supporto delle società pubbliche come Invitalia, Cdp e Consip», ha aggiunto. Ora «bisogna dare attuazione a tanti progetti, che corrispondono a concreti miglioramenti delle nostre città». Ad esempio, «grazie alle risorse del Pnrr abbiamo alla nostra portata l’obiettivo di 3mila autobus elettrici in più, di 264mila posti in più negli asili nido, di 16.500 alloggi popolari riqualificati, di 1300 interventi in ambito socioculturale per restituire attrattività ai piccoli Comuni italiani, nella speranza che questo li aiuti a ripopolarsi».

Soddisfazione, nelle parole del presidente Anci, anche per lo stanziamento da parte del governo dei fondi destinati a coprire l’aumento dei costi dei progetti derivante dall’impennata inflazionistica. «Questa misura – ha osservato – vale per il 2022. Noi contiamo che il prossimo governo voglia trovare le risorse per estenderla anche ai prossimi anni».

6 ottobre 2022