I 50 anni di sacerdozio di Karol Wojtyla

Novembre 1996, sulle pagine di Roma Sette la celebrazione diocesana per Giovanni Paolo II

Tanta gioia nella solennità, ma anche nella semplicità affettuosa delle parole di Giovanni Paolo II. L’appuntamento è infatti solenne: primo novembre, giorno di festa di tutti i Santi, la basilica di San Pietro è stracolma di fedeli romani venuti a festeggiare insieme al Santo Padre i suoi 50 anni di sacerdozio. Vicino all’altare l’immagine di “Maria Salus Populi Romani” e accanto, oltre 700 sacerdoti in servizio pastorale nella Diocesi di Roma.

Eppure malgrado la solennità, l’atmosfera è suggestiva, ma calda, gioiosa, quasi familiare. è infatti quella che da sempre caratterizza il rapporto tra Papa Wojtyla e la sua Diocesi.

Alla presenza di moltissime autorità ecclesiastiche e civili, tra cui il Presidente della Repubblica, il Cardinale Vicario Ruini ha portato al papa il saluto della sua Diocesi ed un dono, una vasca battesimale opera dello scultore Mario Toffetti. «Oggi è un giorno grande e felice per la Chiesa di Roma – ha esordito il Cardinale rivolto al Pontefice –. Riuniti intorno alla Santità Vostra presso questo altare che si unisce intimamente alla testimonianza di Pietro, noi Vescovi, presbiteri, diaconi, religiose e religiosi, laici che ci onoriamo di servire questa Chiesa, possiamo infatti condividere i sentimenti del Suo cuore rendendo grazie a Dio, per il dono inestimabile del sacerdozio conferito a Vostra Santità in questo medesimo giorno, 50 anni or sono, nella sua diretta Cracovia».

«Padre Santo – concludeva il Vicario – in questa solenne Eucarestia come nella preghiera quotidiana di ciascuno dei suoi figli la Chiesa di Roma chiede a Dio abbondanza di vita e di grazia per il suo Vescovo e Papa, per camminare sotto la Sua guida verso il Giubileo del 2000 impegnandosi con gioia nella grande Missione cittadina per aprire a Cristo ogni porta e ogni frontiera».

Nell’Omelia Giovanni Paolo II ha voluto ringraziare la sua Diocesi per l’affetto dimostrato: «Carissimi fratelli e sorelle, grazie per la vostra presenza in questa circostanza così significativa è per la mia vita. Saluto con affetto anzitutto il Cardinale Vicario, i Vescovi ausiliari e tutti voi, cari fratelli nel sacerdozio, che avete voluto unirvi a me nel ringraziamento al Signore per il dono inestimabile del sacerdozio ministeriale. In questa occasione mi è spontaneo pensare con particolare affetto e gratitudine a tutti i sacerdoti che operano e vivono qui a Roma. Ricordo in special modo gli anziani, gli ammalati, ai quali assicuro il mio quotidiano “nemmeno” nella celebrazione del Sacrificio eucaristico. Il mio pensiero va anche ai giovani sacerdoti, che stanno affrontando le prime esperienze di ministero, con relative gioie ed amarezze, delusioni e speranze. Che il Signore non lasci mai mancare alle loro lampade l’olio della fede, che può gettare luce sulle umane vicende e può dare senso ad ogni sofferenza.

«Lungo questi diciotto anni di servizio pastorale come Vescovo di Roma ho avuto la gioia di ordinare duemila sacerdoti, dei quali non pochi al servizio diretto della nostra comunità diocesana. Come non elevare al Signore un cantico di lode e di ringraziamento per tutto questo? Ringrazio Iddio per il mio e per il vostro sacerdozio e lo faccio assieme a voi e a tutti i fedeli della Diocesi di Roma, spiritualmente uniti a questa celebrazione giubilare. Invito tutti a pregare con me il “Padrone della messe”, perché moltiplichi gli operai di cui la sua messe abbisogna».

«Attraverso il sacerdote – ha continuato il Papa – la Chiesa fa l’Eucarestia, ed è questa stessa Eucarestia che a sua volta, fa la Chiesa. Così, il sacerdote diviene il servo della santità e della comunione dei battezzati.

«è in questo spirito che ripenso agli anni del mio sacerdozio. Al di là della memoria degli eventi e delle persone, fisso lo sguardo in profondità, quasi per scrutare il ministero che lungo questi decenni mi ha accompagnato ed avvolto. Come sacerdote, Dio mi ha chiamato ad essere uomo della Parola, uomo del Sacramento, uomo del “Mistero della Fede”».

Al termine della manifestazione migliaia di persone si sono fermate in Piazza San Pietro a pregare insieme al Santo Padre durante l’Angelus. (di Paolo Castiglia)

3 novembre 1996