Il dermatologo: «Serve cautela nell’esporsi al sole»

Massimo Papi (Demart): «Il rischio maggiore? I tumori della pelle». Eccessiva esposizione può provocare la comparsa delle “macchie solari”

Massimo Papi (Demart): «Il rischio maggiore? I tumori della pelle». Eccessiva esposizione può provocare la comparsa delle “macchie solari”

«Il sole può essere un amico in tante situazioni: da bambini ci aiuta a sintetizzare la vitamina D. Dobbiamo esporci perché è anche naturale, però occorre farlo con le dovute cautele ed evitando le bruciature»: a mettere in guardia da questi rischi è Massimo Papi, dermatologo, ideatore e organizzatore di “Dermart” (Dermatologia tra scienza e arte) e autore del libro “Ma perché la pelle invecchia?” (Mazzotta Editore), presentato pochi giorni fa.

Professore, qual è il rischio più diffuso?
Nella stragrande maggioranza delle persone che hanno una pelle sana l’esposizione eccessiva alla luce solare può provocare le cosiddette “macchie solari”, quelle zone marroncine che si manifestano specialmente sul volto e che dopo i 50 anni affliggono la nostra cute. Ma il rischio maggiore da esposizioni eccessive, sempre in età avanzata, è la presenza di formazioni cancerose o di tumori della pelle legati alla luce solare.

Il sole fa bene alle dermatiti?
Bisogna distinguere patologie di dermatiti che sono fotosensibili, alcune che possono essere peggiorate dal sole, come per esempio le plurimorfe solari. Esistono poi le orticarie solari, che si manifestano con i pomfi in seguito alle prime esposizioni al sole. Al contrario, altre patologie della cute, quali per esempio la psoriasi, hanno grande vantaggio dall’esposizione della luce solare, perché la pelle risponde in maniera eccellente e riduce quello strano modo di crescere della cute che è tipico della psoriasi.

E nei casi di vitiligine?
Per la stragrande maggioranza delle persone affetta da questa patologia il sole può essere un elemento di stimolo alla ripigmentazione. Lo usiamo pure in terapia, anche se i pazienti all’inizio dell’esposizione devono essere un po’ più attenti perché quelle chiazze bianche sono aree in cui la pelle si difende meno. È necessario dunque esporsi alla luce solare in maniera progressivamente crescente.

Occorre cautela anche per i nei?
Il rischio di evoluzione maligna dei nei che sono presenti sulla nostra pelle è tanto più elevato quanto maggiore è il danno avuto dal sole. I nei vanno preservati accuratamente dal danno acuto da sole. Nel tempo, il rischio che i nei aumentino di dimensione oppure di numero a seguito di esposizione solare è assolutamente accertato.

Quali sono dunque gli accorgimenti corretti?
È necessario intanto proteggersi in maniera diretta, cioè impedire la diretta esposizione ai raggi ultravioletti, usare ombrellini di protezione, oppure indossare un cappello, una maglietta che ci impedisca un danno da esposizione prolungata. Il resto lo facciamo attraverso l’uso dei prodotti in crema, emulsione, spray, che permettono di ridurre il danno da esposizione prolungata. Molti di questi prodotti devono essere ripetuti ogni due o tre ore almeno nelle esposizioni prolungate.

Come rimediare in caso di ustione o eritema?
Oltre ad evitare in maniera drastica ulteriori esposizioni, è consigliabile l’uso di una crema antiinfiammatoria. Spesso ricorriamo a cortisoni leggeri perché riducono notevolmente il fastidio, permettono di non avere la sensazione fastidiosa che provoca l’ustione solare, e in genere sono quelli più utili. Esistono poi alcune creme antiinfiammatorie non cortisoniche molto efficaci anche se di fatto agiscono in tempi più lenti, e hanno bisogno di applicazioni ripetute. È importante evitare l’uso degli antistaminici locali, che a volte possono essere sensibilizzanti e ci possono mettere a rischio da dermatiti da contatto.

 

13 luglio 2015