A Roma il primo centro per le fragilità socio-sanitarie

L’inaugurazione alla presenza del sindaco Gualtieri. L’obiettivo: «Dare continuità dopo il percorso ospedaliero». Inaugurato anche il nuovo blocco parto

Inaugurato il 22 settembre il nuovo Centro di accoglienza per le fragilità socio-sanitarie – il primo della Capitale -, realizzato grazie a un finanziamento del Campidoglio,  in collaborazione con l’Azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata. A spiegare l’obiettivo, l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato: «Garantire la continuità assistenziale terminato il percorso ospedaliero e accogliere quindi queste persone fragili in un percorso dedicato, anche in caso di dimissioni protette. Si tratta di uno spazio aperto e funzionale – ha specificato -, in grado di accogliere realmente l’utenza e non solo ospitarla, agevolando nello stesso tempo il lavoro degli operatori sanitari coinvolti».

La struttura, presso il presidio ospedaliero Britannico, nasce grazie ad un finanziamento di Roma Capitale con fondi previsti dal Pon Città metropolitana 2014 – 2020, in collaborazione con l’Azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata. Un progetto condiviso con la giunta capitolina attraverso il dipartimento Politiche sociali. All’inaugurazione infatti erano presenti anche il sindaco Roberto Gualtieri, l’assessore alle Politiche sociali di Roma Capitale Barbara Funari e il direttore generale del San Giovanni Addolorata Tiziana Frittelli. A lei e a «tutti quelli che hanno contribuito a realizzare, insieme alla Regione Lazio e a Roma Capitale, questa opera di integrazione sociosanitaria» è andata la gratitudine del primo cittadino di Roma, che ha parlato di «un tassello di una più ampia strategia che mira a dare applicazione ai principi costituzionali di cura e assistenza a chi ha maggior bisogno anche quando finisce il periodo di un ricovero ospedaliero. È importantissimo – ha rilevato – realizzare l’integrazione fra sanità, politiche sociali e inserimento nel mondo lavoro, per chiudere il cerchio dell’assistenza in tutti i suoi ambiti».

Anche l’assessore Funari ha visto nell’inaugurazione «la conclusione di un percorso di integrazione sociale e sanitaria». Nelle parole di Funari, «un modello da seguire. Ci piacerebbe – ha affermato – che ogni ospedale potesse avere un centro come questo per accogliere e curare i più fragili». Grazie alla nuova struttura, ha chiarito infatti il direttore generale Frittelli, «possiamo finalmente garantire una dignitosa assistenza post ricovero a persone socialmente fragili e allo stesso tempo garantire un efficace turn over di posti letto, dando una risposta immediata alle esigenze sanitarie del nostro territorio. Il paziente senza fissa dimora non è mai lasciato solo – ha specificato – perché la procedura di presa in carico che abbiamo messo in atto è un vero e proprio percorso di presa in carico a supporto della fragilità».

126 i pazienti senza fissa dimora con permesso Stp (Straniero temporaneamente presente) – extracomunitari con provenienza prevalentemente dal Nord Africa (Tunisia e Marocco) e Bangladesh – accolti dal San Giovanni Addolorata nel 2021. Sei gli apolidi; 74 i pazienti senza fissa dimora con codice Eni (Europeo non iscritto), prevalentemente proveniente da Romania e Polonia. 41 gli ingressi di italiani senza fissa dimora.

Nella stessa giornata è stato inaugurato al San Giovanni anche il nuovo Blocco Parto. Sicurezza, comfort e tecnologia le linee guida attraverso le quali gestire tutte le fasi dal pre al port parto. In ambienti completamente ristrutturati, particolare attenzione è stata riservata all’umanizzazione degli spazi, agevolando, per esempio, attraverso l’uso del colore l’orientamento dei pazienti e del personale sanitario nel reparto, dotando le quattro sale travaglio/parto di illuminazione Led Rgb Multicolor e di impianto di diffusione sonora personalizzabile dall’utenza e prevedendo in ogni sala una parete fotografica ispirata ai temi dei quattro elementi naturali: fuoco, aria, acqua e terra. Sono inoltre presenti quattro isole neonatali dotate di tutti i presidi necessari per l’assistenza al neonato. Per le neomamme che necessitano di monitoraggio e osservazione prolungati dopo il parto, prima del trasferimento in reparto, è disponibile una stanza con quattro letti dedicata all’assistenza semi-intensiva. Ancora, a maggiore tutela e garanzia delle partorienti, è presente una sala operatoria per i parti con taglio cesareo ed eventuali emergenze ostetriche che rispetta tutte le misure di sicurezza, sia dal punto di vista strumentale che tecnico, e dispone di un’isola neonatale dedicata.

«Stiamo avviando una vera rivoluzione nelle nostre strutture sanitarie – ha sottolineato l’assessore D’Amato -, coniugando innovazione e rilancio tecnologico con una migliore presa in carico dei pazienti attraverso una aumentata qualità dei servizi e delle prestazioni. Gli interventi che abbiamo avviato al San Giovanni vanno esattamente in questa direzione: mettere al centro la cura della persona e la risposta ai bisogni di salute per il bene della comunità e puntando anche all’equità sociale e di genere». L’intervento di ristrutturazione, ha confermato il direttore generale Frittelli, «si inserisce coerentemente nel piano di riqualificazione e sviluppo di tutte le attività sanitarie connesse all’area sanitaria materno infantile, la cui attuazione ha già conosciuto, con l’inaugurazione del nuovo ambulatorio pediatrico del Presidio Santa Maria del maggio scorso e del nuovo reparto di Ginecologia del San Giovanni del giugno scorso, i primi concreti riscontri operativi e che si compirà con l’ultimazione del Nido e del reparto di degenza ostetrica, i cui lavori sono in corso, e successivamente con la ristrutturazione degli ambienti destinati all’interruzione volontaria della gravidanza».

26 settembre 2022