Il presidente Cei in visita al carcere di Matera

Alla vigilia dell’apertura del Congresso eucaristico, il cardinale Zuppi ha incontrato una rappresentanza dei detenuti che hanno realizzato le sacche per i partecipanti

Vengono dai laboratori del progetto “Made in Carcere” della Casa circondariale di Matera le 3mila sacche destinate ai partecipanti al Congresso eucaristico nazionale che si apre oggi, 22 settembre. A realizzarle, i detenuti impegnati nel progetto “Made in Carcere”, promosso dalla onlus Officina creativa, una delegazione dei quali ha ricevuto ieri, alla vigilia dell’inaugurazione del Congresso, la visita dal cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi. Con lui, l’arcivescovo di Matera-Irsina Antonio Giuseppe Caiazzo e una delegazione del Comitato per i Congressi eucaristici nazionali.

Accolto dalla direttrice Sonia Fiorentino, dal dirigente della Polizia penitenzia Bellisario Semeraro e dal cappellano fra Gianparide Nappi, il cardinale ha visitato tre sezioni della struttura penitenziaria e i laboratori di “Made in Carcere”. Nelle parole del cappellano, «questa visita è un momento di restituzione e di gratitudine. Parla dell’amore di tutta la Chiesa». Caiazzo ha ricordato ai detenuti come anche loro siano partecipi «in modo diretto del Congresso eucaristico: le borse sono un contenitore dove verranno messi i sussidi. Se pensiamo alla vita di ciascuno di noi – ha aggiunto -, ecco che le borse diventano contenitore del cammino di vita. In queste borse porteremo le speranze di ciascuno di voi. Non siete lo scarto della società».

Gratitudine anche nelle parole della direttrice della Casa circondariale, che nell’incontro ha letto «uno stimolo in più per le persone in stato detentivo per intraprendere scelte di vita orientate all’impegno, al lavoro, alla progettualità per un futuro migliore. Con la vostra presenza – ha aggiunto, rivolta a Zuppi e alla delegazione che lo accompagnava – date un contributo significativo al processo di rieducazione e reinserimento sociale che è la mission delle strutture penitenziarie». Mission della quale ha parlato la promotrice di “Made in Carcere” Luciana Delle Donne, evidenziando che «il progetto promuove un modello di economia rigenerativa, riparativa e trasformativa, che fa bene a tutti, individuo, comunità e ambiente, trasformando la detenzione in una molteplicità di valori, come la rieducazione personale, l’abbattimento della recidiva e la sostenibilità ambientale».

(foto: Siciliani – Gennari/Cei)

A dare voce ai detenuti, Pietro, uno di quelli impegnati nella realizzazione delle sacche, a cui è stato affidato il messaggio di saluto. «Abbiamo bisogno di una società solidale, più aperta e accogliente verso gli ultimi, perché i detenuti sono gli ultimi», ha detto nel suo appello, facendo riferimento al dramma dei suicidi in carcere e al ruolo rieducativo della detenzione. «Il tempo trascorso in questo buco di ferro e cemento – ha confidato – può diventare, per chi lo vuole, un’immensa occasione di cambiamento, con la progettazione di specifiche attività».

Nelle parole di Zuppi, gratitudine e speranza. «Queste borse così belle fanno supporre che anche ognuno di voi abbia qualcosa di bello. Le mamme sanno vedere la bellezza di ciascuno. La Chiesa è una madre che cerca di vedere sempre qualcosa di bello in ogni persona», ha affermato il presidente della Cei, sottolineando che «questa bellezza verrà diffusa in tutta Italia e si propagherà». Quindi ha aggiunto: «Le borse, oltre che belle, sono anche resistenti. L’auspicio è che questa bellezza che ci donate con le borse resista in ciascuno di voi. Non buttatela via! La Chiesa vi è vicina perché è una madre e lo sarà sempre».

22 settembre 2022