80° Leggi razziali: Casellati, «restano una pagina di vergogna per la nazione italiana»

Il presidente del Senato al Tempio Maggiore di Roma: «La patria inizia a morire e va verso la rovina in quei giorni di luglio del ‘38 con l’approvazione di leggi estranee alla storia nazionale dello stato italiano»

«Le leggi razziali restano – a 80 anni dalla loro emanazione – una pagina di vergogna per la nazione italiana. Il danno che fu apportato alla cultura del nostro Paese da quella pagina ignobile fu incalcolabile». Lo ha affermato questa mattina, 24 luglio, il presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, nel discorso pronunciato al Tempio Maggiore di Roma dove ha incontrato la Comunità ebraica della Capitale. Ad accoglierla nella grande sinagoga il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche in Italia, Noemi Di Segni, e la presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello.

«Proprio ottant’anni fa, nel luglio del ‘38
– ha proseguito la Casellati – iniziò l’espulsione da tutte le scuole italiane. L’offensiva contro gli ebrei si spostò quindi all’interno della burocrazia ministeriale ed investì poi le stesse libere professioni. La patria – ha osservato il presidente del Senato – inizia a morire e va verso la rovina proprio in quei giorni di luglio del ‘38 con l’approvazione di leggi estranee alla storia nazionale dello stato italiano, alla sua ispirazione risorgimentale e al costume stesso degli italiani». Casellati, che ha citato anche Benedetto Croce e Giovanni Spadolini, ha voluto «rendere omaggio al contributo delle Comunità ebraiche alla nostra vita nazionale. Voi – ha aggiunto – eredi di una millenaria tradizione avete dato un apporto essenziale alla costruzione dello Stato italiano e allo sviluppo della cultura nazionale e non solo, a tutti e ai più alti livelli».

E ha voluto ricordare «la figura di Umberto Terracini, presidente dell’Assemblea costituente, figura fondamentale nella costruzione dell’architettura democratica repubblicana». Rilevando come la Comunità ebraica sia «parte integrante dell’identità nazionale italiana, da sempre luogo di cultura, di tolleranza, di servizio leale alle istituzioni, ma anche vittima di vergognose persecuzioni e discriminazioni in una delle pagine più oscure della nostra storia nazionale», Casellati ha concluso ricordando «come nella vostra lingua, così come nella vostra tradizione, si saluti con la parola più bella di tutte, che prendo in prestito con un sentimento di gratitudine e rispetto: Shalom».

 

24 luglio 2018