80 anni dopo il voto del 1944, Roma si affida ancora a Maria

La Messa con il vicegerente Reina. «Nel silenzio della preghiera, vogliamo rinnovare quel voto, unito alle paure che attraversano la nostra storia». L’invito a «riaccendere la fede con opere che sanno di Vangelo. Così si fermano le guerre». La lettera del Papa

Ottant’anni dal miracolo della Vergine “Salus Populi Romani”. Il 4 giugno del 1944, in seguito a un voto, Roma fu preservata dallo scontro tra gli alleati e i tedeschi. Ieri, 4 giugno, nel giorno dell’anniversario, il vicegerente Baldo Reina ha presieduto la recita del Rosario guidata dalla comunità del Divino Amore nella chiesa di Sant’Ignazio in campo Marzio e ha celebrato la Messa. «Un’occasione di preghiera per quanti hanno perso la vita nel secondo conflitto mondiale e di rinnovata meditazione intorno al tremendo flagello della guerra», lo definisce il Papa nella lettera inviata al vicegerente e letta all’inizio della celebrazione. Troppi conflitti, ha sottolineato il Papa, «sono ancora aperti. Penso in particolare alla martoriata Ucraina, alla Palestina e Israele, al Sudan, al Myanmar, dove ancora rumoreggiano le armi e altro sangue umano continua ad essere versato». Sono drammi che «toccano innumerevoli vittime innocenti, le cui grida di terrore e di sofferenza chiamano in causa le coscienze di tutti», sono ancora le parole di Francesco, che esorta a «non cedere alla logica delle armi». Ma a inseguire la pace, «un dono di Dio, che deve trovare cuori disponibili ad accoglierlo e a operare per essere artefici di riconciliazione e testimoni di speranza».

A tal proposito, Francesco auspica che le iniziative promosse per commemorare il voto «possano ravvivare nei romani il proposito di essere dappertutto costruttori della pace vera, rilanciando la fraternità come condizione essenziale per ricomporre conflitti e ostilità». Può essere costruttore di pace, spiega il Papa, «chi la possiede in sé stesso e, con coraggio e mitezza, si impegna a creare legami, a stabilire rapporti fra le persone, ad appianare le tensioni in famiglia, al lavoro, a scuola, tra gli amici», realizzando così la beatitudine evangelica. Infine, il completo abbandono alla Vergine. «Maria, Mediatrice di grazia, sempre vigile e premurosa verso tutti i suoi figli, ottenga per l’umanità intera il dono della concordia e della pace». E affida alla Salus Populi Romani gli abitanti di Roma.

Parole, quelle del Papa, riprese da  Reina nell’omelia. «Siamo qui in rappresentanza della diocesi, facendo memoria di quei giorni difficilissimi e vivendo un presente altrettanto complicato – ha detto il vescovo all’inizio della celebrazione, animata dal Coro diocesano -. Chiediamo alla Vergine di intercedere per noi e per tutto il mondo affinché torni a splendere la pace. I nostri avi – ha ricordato il vicegerente – hanno espresso un voto partendo da un bisogno. E stasera, nel silenzio della preghiera, vogliamo rinnovarlo, unito alle paure che attraversano la nostra storia, con la consapevolezza che Dio è Padre e conosce in anticipo le necessità dei propri figli».

Richiamando gli avvenimenti del 1944, il vicegerente si è soffermato sul vero significato del voto. Un vero e proprio atto di devozione, che deve rimanere lontano da una «visione magica e miracolistica». Secondo il vescovo, «è la mano sempre tesa di Dio verso l’umanità, in attesa che la mano dell’umanità si rivolga a Dio. Non bastano dunque la tenerezza e l’amore del Signore, ma serve anche il nostro impegno. Così come Maria insegna durante le nozze di Cana, dichiarando ai commensali “Fate quello che vi dirà”». Di qui l’invito a «riaccendere la nostra fede con opere che abbiano il sapore del Vangelo. In questo modo si fermano le guerre», ha detto infine il vescovo.

La celebrazione si è conclusa con la consegna di una copia dell’icona della Vergine “Salus Populi Romani” da parte del vescovo Rolandas Makrickas, arciprete coadiutore della basilica di Santa Maria Maggiore, a padre Vincenzo d’Adamo, gesuita, rettore della chiesa di sant’Ignazio, alla presenza anche del vescovo Dario Gervasi, ausiliare per il settore Sud. Le celebrazioni per ricordare il voto del 1944 proseguiranno sabato 8 giugno a Santa Maria Maggiore con la Messa del cardinale arciprete Stanislaw Rylko e domenica 9 al santuario del Divino amore con la Messa conclusiva del cardinale Enrico Feroci.

5 giugno 2024