8 marzo, suor Bernardinis: «Riscoprire e allenare un’intelligenza “materna”»
Dal monastero Santa Rita da Cascia, nella Giornata internazionale delle donne, la priora annuncia i nomi di quelle che a maggio riceveranno il Riconoscimento Santa Rita
«In questo 8 marzo, tra bilanci di morte e un clima di grande sfiducia, celebriamo le donne che sono culle di vita e ali di speranza. Da donna e per l’umanità, oggi che si fa un gran parlare di intelligenza artificiale, invito tutti a riscoprire e ad allenare una “intelligenza materna”, più tipica ma non esclusiva delle donne. Quella che chiama ogni essere umano al coraggio, alla gioia e alla speranza della vita, per costruire una fiducia ritrovata, nel domani e nella vita stessa, di cui c’è estremo bisogno». A parlare, dal monastero Santa Rita da Cascia, è la madre priora Maria Rosa Bernardinis, che, alla vigilia della Giornata internazionale delle donne, annuncia i nomi di quelle che, a maggio, riceveranno il Riconoscimento internazionale Santa Rita.
Nelle parole della religiosa, si tratta di donne «che ogni giorno sono terreni fertili e custodi di vita e futuro. Come Cristina Fazzi, che da medico nello Zambia cura i bambini che sono gli ultimi della società; Virginia Campanile, che ha perso suo figlio ma è mamma per tanti genitori e ragazzi in difficoltà; e Anna Jabbour, profuga siriana che per sua figlia ha attraversato la guerra divenendo testimone di pace. Sono le donne che premieremo a maggio alla festa di Santa Rita – aggiunge -: tre donne diverse ma unite, come tante nel mondo, dalla scelta di essere strumenti di vita oggi, come Rita ieri».
E proprio “Donne di Rita” sono chiamate quante vengono scelte ogni anno per il Riconoscimento che dal 1988 premia donne che «come Rita da Cascia sanno incarnare i valori su cui si fonda il nostro presente, che è il domani del mondo». Il 20 maggio alle 10 racconteranno le loro storie nella Sala della pace del santuario di Santa Rita, a Cascia; il giorno dopo, alle 17.30, nella basilica, il conferimento del premio internazionale.
Nel dettaglio, Cristina Fazzi, medico di Enna, riceverà il Riconoscimento internazionale Santa Rita 2024 «per il rispetto, la giustizia e l’amore con cui nei suoi 24 anni di servizio, professionale e umano, nello Zambia, in Africa, ha protetto la vita e costruito il futuro di tante persone nelle aree di estrema povertà, con un’attenzione speciale ai bambini e ai giovani, in una società dove sono ultimi tra gli ultimi, spesso abusati e maltrattati», si legge nelle motivazioni. Qui infatti ha creato il primo centro di salute mentale del Paese per i minori e ha dato vita a progetti formativi, per generare opportunità di cambiamento e realizzazione.
Viene da Otranto (Lecce) Virginia Campanile, che riceverà il Riconoscimento perché «dal dolore indescrivibile per la perdita del figlio Daniele e dalla libertà e pace acquisite grazie al perdono offerto a chi ne ha causato la morte in un incidente stradale, ha fatto nascere un “investimento d’amore” che condivide con gli altri: ascoltando e aiutando tanti genitori toccati dal lutto a ritornare a vivere e impegnandosi coi giovani per tutelarli nella fragilità sociale e psicologica, accompagnandoli a riscoprire la bellezza della vita».
Anna Jabbour, infine, nata ad Aleppo, in Siria ma oggi stabilitasi a Roma, sarà premiata «per la testimonianza di pace, fratellanza e fede che incarna con la sua storia, da profuga di guerra a mamma di speranza e coraggio per sua figlia e allo stesso tempo per tutti coloro che incontra, non avendo mai perduto il forte desiderio di sognare e impegnarsi per un futuro di umanità e unione che possa cancellare ogni odio e sofferenza».
7 marzo 2024