75° delle Nazioni Unite, Mattarella: «Strumento per dare speranza al futuro dell’umanità»

Il messaggio del capo dello Stato italiano in occasione dell’anniversario: «Non ignoriamo mancanze o insufficienza» ma l’Onu è «un successo»

Uno «strumento per dare speranza al futuro dell’umanità». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella definisce così le Nazioni Unite, nel video messaggio diffuso in occasione del 75° anniversario, celebrato ieri, 21 settembre. «Un successo», che «ha reso migliore la vita della Comunità internazionale – ha aggiunto il capo dello Stato italiano -. Non ignoriamo manchevolezze e insufficienze del suo sistema. Malgrado queste, si è agito, sovente, con successo per rimuovere o ridurre le tensioni internazionali; perché i conflitti trovassero composizione pacifica; perché l’agenda del mondo prendesse atto di diseguaglianze tra i popoli alle quali porre riparo e della limitatezza delle risorse disponibili sulla Terra».

Nelle parole di Mattarella, «la grande visione che portò alla Carta di San Francisco e al proposito “mai più guerra fra i popoli” è più che mai attuale» e la Repubblica italiana è «orgogliosa di aver fornito il suo contributo in coerenza con i valori della sua Costituzione». A partire dall’ammissione all’Onu nel 1955, che il presidente della Repubblica definisce «un traguardo». Nei decenni, prosegue, l’Organizzazione delle Nazioni Unite «ha accompagnato e sancito l’indipendenza di tanti Paesi divenuti protagonisti nella vita del suo sistema. Oggi, accanto agli Stati, la realtà internazionale si è arricchita di nuovi e importanti attori globali, espressione della società civile». Per il capo dello Stato, «è il risultato della stagione dell’affermazione dei diritti: dalla Dichiarazione universale del 1948 alla Carta del 1974 sui dei diritti e doveri economici degli Stati».

Ancora, l’Onu, è l’analisi di Mattarella, «ha saputo promuovere una più profonda comprensione tra i popoli, un rispetto reciproco, che allontanano la logiche della concorrenza e affermando il principio della pacifica convivenza e cooperazione». A dimostrazione, cita l’impegno di tutti i governi del mondo contro la pandemia. «I meccanismi decisionali non possono che essere ispirati a questi obiettivi e alla più ampia partecipazione possibile», osserva. Anche perché «abbiamo di fronte ad avversari terribili: intolleranza, sottosviluppo, disuguaglianze, cambiamento climatico. Deve accrescersi l’efficacia delle iniziative di pace che costituiscono il cuore delle azioni del Palazzo di Vetro».

Lo sguardo del presidente della Repubblica italiana si allarga quindi alle «prove» che accompagnano ogni generazione. «Si riaffacciano le crisi umanitarie che, a loro volta, provocano crisi migratorie; il terrorismo; una rinnovata corsa al riarmo: determinano nuove tensioni e pongono in discussione la fiducia tra i Paesi. La diplomazia preventiva, per scongiurare conflitti è la via che si ripropone. L’Onu – asserisce Mattarella – deve poter assumere e gestire le necessarie iniziative di pace». Cinquant’anni dopo la conferenza che vide riunita a New York un’assemblea mondiale dei giovani per discutere il loro avvenire, ricorda, «il mondo che dobbiamo affidare alle nuove generazioni deve essere migliore di quello che abbiamo ereditato. Le Nazioni Unite sono uno strumento per questo obiettivo, per dare speranza al futuro dell’umanità».

22 settembre 2020