50 anni dal colpo di Stato in Cile: «Memoria storica fondamentale»

Amnesty International ricorda l’anniversario del golpe che diede il via a innumerevoli crimini di diritto internazionale e violazioni dei diritti umani

50 anni dopo il colpo di Stato di Pinochet, l’11 settembre 1973, «il Cile deve imparare dalla sua storia e ricostruire le basi di una società più rispettosa della dignità umana». È la dichiarazione che arriva da Amnesty International, in occasione delle commemorazioni dell’anniversario del golpe che portò al potere il regime militare di Augusto Pinochet, dando il via a innumerevoli crimini di diritto internazionale e a crudeli violazioni dei diritti umani. Ferite in parte ancora da sanare.

Secondo i dati ufficiali, le persone torturate, uccise, arrestate e scomparse sotto il regime furono 40.175. L’Osservatorio sulla giustizia transizionale segnala che in oltre il 70% dei casi di persone uccise o scomparse non ci sono state verità, giustizia o riparazione. Per Rodrigo Bustos, direttore generale di Amnesty International Cile, «la ricerca delle persone arrestate e poi scomparse non è solo una questione di giustizia, ma anche di umanità. Individuare i luoghi di sepoltura, identificare le vittime e restituire i loro corpi non solo allevierà la sofferenza delle famiglie ma potrà anche aiutare a sanare le profonde ferite presenti nella società cilena. Perché ciò accada – prosegue -, è fondamentale che coloro che si sono ostinati a non rivelare tutte le informazioni di cui sono a conoscenza siano chiamati finalmente a fornirle. Ciò, insieme ad altri provvedimenti annunciati recentemente dal governo, sarà fondamentale perché il Piano nazionale di ricerche compia il suo dovere».

In particolare, è necessario che il Congresso si renda disponibile a fare passi avanti verso la giustizia e sostenga i progetti proposti dal governo, osservano dall’organizzazione internazionale. «L’eliminazione del carattere segreto delle leggi vigenti durante il regime di Pinochet e l’abolizione della confidenzialità delle testimonianze delle vittime di tortura nella Commissione Valech potranno incamminare il Cile nella direzione di un Paese che ha saldato i suoi debiti in materia di diritti umani». Per Amnesty, «la memoria storica è un pilastro fondamentale per evitare che fatti così devastanti si ripetano».

Di qui l’esortazione di Bustos a rispettare curare e trattare con dignità i luoghi della memoria, «affinché possano svolgere la loro funzione educativa. Saranno un ricordo per le nuove generazioni affinché non dimentichino mai le atrocità commesse all’epoca e crescano con la convinzione che esse non dovranno ripetersi mai». Mentre oggi le vittime, le loro famiglie e i gruppi per i diritti umani continuano, dopo decenni, a chiedere giustizia, «alcune figure pubbliche e autorità dello Stato si rendono irresponsabilmente promotrici di discorsi d’odio», denuncia l’organizzazione. Per Bustos, «non possiamo permettere che l’oblio e i discorsi d’odio si propaghino nella società. Mantenere viva la memoria è cruciale per evitare che le nuove generazioni debbano subire le atrocità che subimmo noi nel passato. Un fermo ripudio delle violazioni dei diritti umani e un impegno ferreo in favore della verità, della giustizia, della riparazione, insieme a garanzie di non ripetizione, sarebbero un segnale potente che questo Paese merita».

8 settembre 2023