43 università italiane accanto all’Unhcr per l’inclusione degli studenti rifugiati

Le buone prassi al centro di un convengo digitale, a un anno dal lancio del Manifesto dell’università inclusiva. Il progetto dei corridoi universitari per i rifugiati

Sono 43 gli atenei italiani che hanno aderito al Manifesto dell’Università Inclusiva, lanciato un anno fa dall’Unhcr, l’Agenzia Onu per i rifugiati, per favorire l’accesso dei rifugiati all’istruzione superiore e promuovere l’integrazione sociale e la partecipazione attiva alla vita accademica in Italia. Se ne è parlato ieri, 21 ottobre, nel corso dell’evento digitale intitolato proprio “L’impegno delle università per i rifugiati. Un anno dopo il lancio del Manifesto dell’università inclusiva”: un’occasione di confronto e di approfondimento sulle attività a favore degli studenti rifugiati in Italia e di condivisione di buone prassi realizzate localmente.

Al centro del convegno, il progetto University corridors for refugees – Unicore -, sviluppato da Unhcr in collaborazione con atenei, società civile e istituzioni, attraverso il quale negli ultimi due anni 26 rifugiati residenti in Etiopia hanno potuto accedere a borse di studio per frequentare master di II livello in 11 atenei italiani. Come Bereket Gebremichael Kidanemariam, studente arrivato in Italia tramite i corridoi universitari per frequentare un master di secondo livello alla Luiss di Roma, che ha portato la sua testimonianza al convegno. Insieme a lui anche Yacoub Kibeida, presidente dell’Associazione Mosaico che dal 2016 porta avanti progetti di sostegno a studenti rifugiati a Torino.

«L’istruzione superiore è uno strumento fondamentale per ricostruirsi una vita e diventare soggetti attivi nella società di accoglienza – ha dichiarato Chiara Cardoletti, rappresenante Unhcr per l’Italia, la Santa Sede e San Marino -. Siamo davvero felici di poter continuare questo percorso insieme alle università per poter ridare forza ai sogni dei rifugiati interrotti dalla violenza e dalla guerra». Scuola e università infatti, è la tesi dell’Unhcr, offrono una importante opportunità per i giovani rifugiati, rappresentando un passaggio fondamentale nel loro percorso di realizzazione personale e professionale e di inclusione sociale. Soltanto il 3% di loro però, secondo le stime dell’Unhcr, ha accesso all’istruzione superiore, a fronte di una media pari al 37% a livello globale.

L’obiettivo dell’Agenzia Onu è di raggiungere entro il 2030 un tasso di iscrizione del 15% a programmi di istruzione superiore per i rifugiati in Paesi d’accoglienza e Paesi terzi, anche attraverso l’ampliamento di vie di accesso sicure come Unicore, «che tengano in considerazione i bisogni specifici e le legittime aspirazioni dei rifugiati di costruire il loro futuro in dignità».

22 ottobre 2020