30 anni della Convenzione sui diritti dell’infanzia. Bonetti: «Italia pronta a investimento»

Il ministro alle Pari opportunità e famiglia: «Quello approvato è un piano nazionale integrato, che parte dalla Convenzione ma si integra con le nuove strategie europee»

A 30 anni dalla ratifica italiana della Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza, la conferenza organizzata ieri, 26 maggio, dall’associazione Sos Villaggi dei Bambini e dalla testata Posso.it ha fatto il punto, insieme al ministro per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, sul reale rispetto dei diritti dei minorenni, sulle misure introdotte dall’Italia per garantirne la concreta attuazione e sulle conseguenze che i mesi di pandemia hanno prodotto su equilibri familiari e la condizione dei più giovani. “Diritti di Bambini e Ragazzi: a 30 anni dalla ratifica e dopo il Covid-19”: questo il tema del confronto.

«L’Italia – ha osservato Bonetti – è pronta non solo a rinnovare l’impegno assunto 30 anni fa con la ratifica della Convenzione dei diritti dell’infanzia ma a ritradurre quell’impegno in un contesto che richiede un’ulteriore integrazione e un investimento di scelte e risorse pubbliche importanti che soprattutto si devono rivolgere alla costruzione di reti di comunità. Effettivamente – ha spiegato – questi 30 anni di assunzione grande di impegno che l’Italia ha voluto fare con la ratifica della Convenzione ci obbligano non solo a riconoscere il cammino fatto ma anche a un esame alla luce di una esperienza drammatica che ha avuto effetti amplificati su bambini bambine e adolescenti. Effetti in qualche modo rimasti in gran parte ancora nascosti». Il riferimento è all’esperienza della pandemia di Covid-19. «Quello che è emerso  – ha aggiunto il ministro – è che il vissuto delle bambine e dei bambini necessita di uno sguardo di completezza. Penso che il Paese sia pronto dopo 30 anni a rinnovare questa assunzione di impegno».

Lo dimostra l’approvazione, venerdì scorso, 21 maggio, del quinto Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva. «Questo ci dice che l’Italia è pronta non solo a rinnovare l’impegno – ancora le parole del ministro – ma a ritradurre quell’impegno in un contesto che richiede un’ulteriore integrazione e un investimento di scelte e risorse pubbliche importanti che soprattutto si devono rivolgere alla costruzione di reti di comunità che vadano a sostenere realmente un protagonismo fattivo delle bambine e dei bambini nell’ambito della nostra società. È un piano nazionale integrato, che parte dalla Convenzione ma si integra con le nuove strategie europee dell’infanzia e dell’adolescenza, la Child garantee, gli obiettivi del Millennio dello sviluppo sostenibile e porta in sé – ha aggiunto Bonetti – anche una novità evidente che è quella di rileggere tutte le politiche pubbliche nei confronti dei bambini creando uno spazio reale di autenticità del riconoscimento della loro esperienza di cittadinanza, del loro essere persone nella nostra società e quindi non solo del loro essere embrioni di cittadini».

Presente alla conferenza anche l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti, secondo cui «ciò che rende la Convenzione unica è che stabilisce come il minorenne debba essere considerato un soggetto di diritto, non oggetto di diritto. Per questo dovremmo parlare maggiormente di persone minori di età piuttosto che di minorenni, visto i bambini e i ragazzi sono persone che di minore hanno solo l’età. L’Italia – ha continuato – ha fatto la sua parte introducendo norme a tutela dei minorenni, come ad esempio il reato all’induzione al matrimonio, la legge contro il cyberbullismo o la legge di tutela dei minori stranieri non accompagnati. Come autorità garante per l’infanzia e adolescenza continueremo a verificare che i diritti contenuti nella Convenzione siano opportunamente e correttamente garantiti», ha assicurato.

Per il presidente della Società psicanalitica italiana Sarantis Thanoupolos «le restrizioni in seguito alla diffusione del coronavirus hanno indubbiamente danneggiato i diritti dei bambini e dei ragazzi. L’adulto – ha spiegato – può realizzare meglio, contenere e perfino elaborare il vissuto mentre il bambino le vive come una limitazione con elemento violento. L’altro aspetto, più difficile da cogliere – ha aggiunto – è la lesione dei diritti sostanziali, seppur meno riconducili, che riguardano il tipo di rapporto che si stabilisce con i genitori e le figure di accudimento. Perché è chiaro che si dà molta importanza agli aspetti materiali laddove la domanda e il desiderio di vivere, giocare e “giocarsela” negli spazi esplorativi è fondamentale per la loro crescita. Questa dimensione è rimasta inascoltata».

Secondo Samantha Tedesco, responsabile dei Programmi e Advocacy di Sos Villaggi dei Bambini, «durante il lockdown è emerso in maniera lampante quanto l’infanzia e l’adolescenza siano poco presenti nell’agenda politica e come i bambini e gli adolescenti non sono stati visti o sono stati visti come “untori”. Occorre uscire da questa emergenza con un impegno delle istituzioni a rendere esigibile il diritto alla partecipazione, a rendere effettiva la consultazione dei bambini e dei ragazzi stabilita dalla legge – ha esortato -. Le istituzioni devono fare un salto di qualità in tal senso, collaborando con le organizzazioni esperte in tema di partecipazione dei bambini e dei ragazzi, facendo tesoro delle competenze acquisite in questi 30 anni dal terzo settore».

Sul lungo anno di pandemia si è soffermata anche Maddalena Cialdella, psicoterapeuta e supervisore del Centro Studi di terapia familiare e relazionale. «La cura, il dialogo, l’affettività sono tratti distintivi di un buon ambiente familiare – ha spiegato – ma quando questo equilibrio viene a mancare, anche le famiglie rischiano di trasformarsi in luoghi insicuri dove i comportamenti violenti agiti dagli uomini nei confronti di madri e figli compromettono la salute fisica e mentale di entrambi». Lo confermano i dati recenti diffusi dall’Istat, che parlano di un «aumento delle richieste di aiuto di quasi l’80%».

27 maggio 2021