16 ottobre 1943. “La razzia”

Presentato alla Fondazione Museo della Shoah il film che racconta la deportazione degli ebrei della Capitale, che sarà proiettato alla Festa del Cinema di Roma. Noemi Di Segni (Ucei): «Non possiamo permettere che si dimentichi»

Era l’alba del 16 ottobre 1943 quando le forze di occupazione naziste arrestarono a Roma oltre 1.250 ebrei. Due giorni dopo poco più di mille di loro furono portati alla stazione Tiburtina e ammassati in 28 carri bestiame diretti al campo di Auschwitz-Birkenau. Avrebbero fatto ritorno soltanto in 16. La Capitale, e con lei l’Italia intera, sanguina ancora per quella ferita, alla quale, 75 anni dopo, il regista Ruggero Gabbai e lo storico e autore Marcello Pezzetti, insieme a Liliana Picciotto, hanno dedicato il film “La razzia”, che sarà proiettato nel corso della prossima Festa del Cinema di Roma.

Un’anteprima della pellicola – che raccoglie, tra l’altro, anche le testimonianze di chi riuscì a sfuggire al rastrellamento – è stata presentata ieri, 10 ottobre, alla Casina dei Vallati, sede della Fondazione Museo della Shoah. Ad assistere il presidente Mario Venezia, Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, la presidente Ucei (Unione delle comunità ebraiche d’Italia) Noemi Di Segni, insieme a Massimiliano Smeriglio, vice presidente della Regione Lazio, e all’assessore alla Persona, scuola e comunità solidale di Roma Capitale Laura Baldassarre. La presentazione ufficiale è in programma per martedì 16 ottobre alla Camera dei deputati.

Di «immensa vergogna della storia d’Italia» ha parlato Mario Venezia, presentando il film come «risultato di anni di ricerche storiche». Con l’affievolirsi delle voci dei testimoni diretti, ha spiegato, «abbiamo voluto produrre questo film documentario per raccogliere le ultime testimonianze di chi vide con i propri occhi e riuscì a sfuggire all’agguato nazifascista, insieme alle interviste d’epoca dei sopravvissuti ai campi di sterminio, deportati il 16 ottobre. Il film documentario è il risultato di anni di ricerche storiche, in cui si intrecciano storie e testimonianze di persone, ebrei italiani, a cui quella mattina di 75 anni fa cambiò la vita per sempre». La loro storia viene offerta come un monito, soprattutto per «i giovani italiani di domani», ha osservato Dureghello, che «devono sapere cosa è accaduto ai giovani italiani di ieri, per garantire che quello che è stato non accada più. Oggi – ha continuato – è fondamentale saper riconoscere i segnali di ciò che può sfociare nel male». Sulla stessa linea anche il commento di Noemi Di Segni: «Non possiamo permettere che si dimentichi questo orrore».

La parola «ferita» è ritornata anche nel commento del vice presidente del Lazio Smeriglio, che ha rivendicato l’impegno della Regione con i Viaggi della Memoria: «Abbiamo portato oltre 2mila ragazzi ad Auschwitz e continueremo a farli. Sono una forma di vigilanza contemporanea sulle derive razziste che si vedono in giro per l’Europa». E sul valore della memoria è tornata anche l’assessore Baldassarre, invitando a un lavoro sulla memoria «quotidiano», non limitato alle celebrazioni di un solo giorno. Il film? «Un’ottima idea della Fondazione».

11 ottobre 2018